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Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, affila le armi anche Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e giustizia; PiS), partito di destra cattolica al potere in Polonia dal 2015. Se alle elezioni di quattro anni fa il partito di Jarosław Kaczyński, che ne è il leader indiscusso, aveva individuato come “nemico” dal quale “salvare” la Polonia i migranti, accusati di aver introdotto nel paese ogni forma di malattia e di violenza, stavolta il nemico dell’ex primo ministro polacco è la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).

Diritti a Varsavia

Mentre le aree rurali del paese sono ancora molto legate a un conservatorismo tradizionalista, le città, come accade storicamente, e non solo in Polonia, hanno una visione più liberale della società. Proprio nella capitale Varsavia il sindaco Rafał Trzaskowski, appartenente al partito liberal-conservatore di opposizione Platforma Obywatelska (Piattaforma civica; PO), ha emesso una “Carta per i diritti LGBTQIA”.

La Carta, la prima del suo tipo in Polonia, è composta da 12 punti e prevede un serio sostegno alle minoranze sessuali, fornendo un ostello dove possano rifugiarsi i giovani che si sono dovuti allontanare da casa perché omosessuali, una cooperazione con le scuole per il sostegno contro omofobia e transfobia, il patrocinio al Pride locale, l’uso di clausole antidiscriminatorie nella scelta delle aziende per gli appalti pubblici, l’introduzione dell’educazione sessualesecondo gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità” nelle scuole cittadine.

L’attacco del PiS

Proprio sulla Carta è iniziato l’attacco del PiS alla comunità LGBTQIA: “Questo è un attacco alla famigliaha dichiarato lo stesso Kaczyński – perché è un attacco che viene lanciato soprattutto contro i bambini”. “Finché non l’ho letto, non potevo crederci. Si parla di bambini nel periodo tra gli 0 e i 4 anni. Più leggi queste cose, più ti si drizzano i capelli in testa” ha proseguito Kaczyński, facendo riferimento a non meglio precisate “lezioni di masturbazione” da fare ai bambini, non riportate nella Carta e che lo stesso Trzaskowski ha bollato come “calunnie”.

vietato ai minori

Vengono incontro alla crociata del PiS due suoi alleati storici: l’episcopato e gli ultrà di calcio. Per i vescovi, “la Chiesa non usa il nome LGBT perché esso già nega la visione cristiana dell’uomo. Secondo la Bibbia, Dio creò gli umani a sua immagine e somiglianza, e li creò uomo e donna, differenti nel nome, ma uguali in dignità. La differenza di genere, voluta da Dio, è la base sulla quale si costruisce la famiglia, che è il perno della nostra società”. Visioni “alternative”, dunque, “non fanno i conti con la verità della natura umana e fanno riferimento soltanto a immaginari ideologici”.

I tifosi della squadra di Danzica Lechia Gdańsk, invece, hanno srotolato uno striscione lungo tutta la curva che recitava: “Sodomiti e pedofili, tenete le vostre zampe lontano dai nostri figli”.

Dove va la Polonia?

Secondo gli analisti politici, Trzaskowski avrebbe fatto il passo più lungo della gamba: la società polacca sarebbe, infatti, molto tradizionalista e Kaczyński potrebbe fare in modo di fungere da richiamo con la storia della “difesa dei bambini”. “Ultimamente – dichiara il sindaco di Varsavia – mi sento chiedere: ‘Rafał, perché l’hai fatto? Ne valeva la pena?’. Secondo me, sì. Ho semplicemente fatto quello che avrei dovuto fare, senza fare calcoli”.

Oppure, complici anche una serie di scandali che stanno colpendo il PiS, questa valanga di bugie potrebbe fungere da boomerang e la Polonia potrebbe, finalmente, voltare pagina sui diritti e sull’inclusione. Perché, nonostante le battaglie del PiS, il paese sta diventando sempre più friendly: secondo un recente sondaggio il 56% dei polacchi è d’accordo con l’istituzione delle unioni civili. E a questo proposito dobbiamo ricordare che lo scorso mese un tribunale ha decretato che le unioni civili non vanno contro la Costituzione, come per anni era stato detto per evitare anche solo di discuterne.

A questo dobbiamo aggiungere che un politico popolare che si candiderà per le prossime elezioni presidenziali è Robert Briedon, sindaco di Słupsk, dichiaratamente omosessuale e ateo: per Kaczyński e soci, il diavolo in persona!

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da lublin.com.pl (CC BY-SA 3.0) / Il Grande Colibrì

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